La storia della mela campanina

La storia della mela campanina

Tanti anni fà nel mantovano era diffusa una piccola mela. Veniva raccolta all’inizio del mese di Ottobre ed era il frutto che veniva consumato a pranzo,a merenda,e a cena per tutto l’inverno fino a primavera inoltrata. Questa era la mela campanina,e a lei non interessava nulla delle celle frigo(che a quei tempi non esistevano),poichè si conservava benissimo per lunghissimi periodi anche senza. Già citata in documenti del XIX secolo,la mela campanina veniva consumata da tutte le famiglie della zona,che ne facevano larghe scorte.e spesso la cuocevano al forno,per la delizia dei bambini e degli anziani. Nel dopoguerra la mela campanina venne quasi del tutto abbandonata,perchè il mercato richiedeva mele più dolci,più grandi e più economicamente vantaggiose. Fortunatamente alcuni frutticultori (tra cui mio padre) hanno provveduto a mantenere in vita questa tradizione. Si,tradizione è la parola giusta, perchè ormai il mercato non la richiedeva quasi più(era l’era dello sviluppo economico,si andavano diffondendo le celle frigorifere,gli incroci varietali generavano molte nuove mele,più grosse,rosse e dalle spese di gestione più limitate. Come tutte le medaglie però anche questa aveva il suo rovescio,poichè man mano che passavano gli anni ci si accorgeva che non sempre il bello andava d’accordo con il buono,poichè le nuove razze avevano ormai dimenticato i sapori e le qualità delle mele originarie. Le celle frigo funzionavano bene,ma il loro abuso riduceva a volte la mela a un frutto senza sapore,o per meglio dire”senz’anima”Timidamente negli anni ’90 la mela campanina cominciava quindi a guadagnare fette di mercato nelle sue zone d’origine(mantovano e modenese). La stessa regione Emilia-Romagna in questi ultimi anni ha promosso un’ iniziativa che ha lo scopo di limitare l’abbandono di un certo numero di produzioni frutticole autoctone,tra cui la mela campanina. L’iniziativa ha rivelato lati molto interessanti. Dopo alcune ricerche sulla qualità e proprietà di questo frutto,si sono avuti risultati a dir poco sorprendenti. Si è infatti constatata l’attività antiossidante a dir poco eccezzionale della mela campanina,che è di 4 volte superiore a quella delle mele attuali! Nel momento in cui scrivo,in tv ogni 20 minuti c’è la pubblicità di prodotti dai poteri antiossidanti,e di prodotti che servono a regolarizzare l’intestino. Sei quindi convinto dopo tutto questo, che la cosiddetta “mela della nonna”sia utile solo alla nonna? Hai mai provato a cuocere una mela campanina? Vai nella categoria “la mela campanina in cucina” ,impara e sorprenditi con dei sapori antichi e spettacolari(non è difficile,ci sono riuscito io!).

Paolo Franzoni

www.melacampanina.it

mostarda mantovana

LA MOSTARDA MANTOVANA

vasetti di mostarda mantovana di mele campanine
vasetti della famosa mostarda mantovana di mele campanine

ingredienti:1 kg mele campanine (sbucciate e tagliate a fettine sottili) – 400 gr di zucchero – 1 limone (tagliato a fettine) – 15 gocce di senape

Mettere in una pentola tutti gli ingredienti, amalgamare il tutto e lasciar riposare per 1 o 2 giorni. Scolare il liquido formatosi e farlo bollire per 3 minuti. Riversarlo ancora bollente sulla frutta. Lasciare raffreddare. Ripetere il procedimento scolo-bollitura-raffredamento per altre 2 volte (3 volte in totale). Friggere il tutto in padella antiaderente, lasciare raffreddare e aggiungere 15 gocce di senape. Invasare e cominciare a mangiare dopo 1 mese.

Mele campanine cotte al forno

Mele campanine cotte al forno

INGREDIENTI: mele campanine

mele campanine cotte
il modo più semplice per gustare la mela campanina in cucina

Il modo migliore per gustarne l’aroma è di farla cuocere in forno per almeno 40 minuti, in questo caso la mela non deve essere tagliata ma solamente deve essere ben lavata prima della cottura, appoggiata su una teglia con carta da forno e infornata a 160 gradi per 40 minuti.